50 MILIONI DI RISCATTO: LA RICHIESTA DEGLI HACKER A SAUDI ARAMCO, IL PRODUTTORE DI PETROLIO PIÙ GRANDE DEL MONDO
La Saudi Arabian Oil Company, nota anche come Saudi Aramco, è il produttore di petrolio più grande del mondo.
A questo gigante petrolifero sono stati rubati un terabyte di dati aziendali da un gruppo di hacker in un attacco ransomware. Infatti i criminali informatici hanno chiesto un riscatto, per ridare indietro i dati, di ben 50 milioni di dollari in criptovalute.
Nella richiesta di riscatto i criminali hanno anche segnalato di essere disposti a vendere i dati rubati non solo all’azienda proprietaria ma a chiunque fosse disposto a pagare tale cifre.
Durante un altro attacco, sempre ai danni di Aramco, il virus “Shamoon” cancellò tre quarti dei dati dell’azienda, sostituendoli con l’immagine di una bandiera americana in fiamme. La società fu costretta a chiudere la sua rete aziendale interna per impedire la diffusione del virus.
Secondo il World Economic Forum, l’80% degli esperti in sicurezza informatica ritiene il ransomware una pericolosa minaccia in crescita.
Sempre secondo il World Economic Forum, il vero pericolo è per le piccole e medie imprese: se un’azienda così grande come Saudi Aramco ha difficoltà a rispondere a queste enormi richieste di riscatto, come può difendersi una piccola e media impresa?
Se hai una PMI, anche se non ti chiedessero 50 milioni di riscatto, ma una cifra più proporzionata come 50.000€ per riavere indietro i dati sensibili della tua azienda, riusciresti a reggere il danno economico?
Purtroppo l’unico modo per difendersi dai criminali informatici, quando si ha una piccola e media impresa, è prevenire gli attacchi e assicurarsi contro i danni che ne derivano.
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