Anche la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) è stata vittima di un attacco informatico. Il 20 ottobre scorso ha subito un attacco di tipo ransomware da parte di Everest Ransom Team.
Un gruppo di Hacker molto attivi, saliti alle cronache per un altro attacco nei confronti del governo americano durante il quale sarebbero stati trafugati un numero cospicuo di passaporti, documenti fiscali e casi giudiziari.
Everest è un gruppo di cyber-criminali che lavora in modo atipico rispetto ad altri team più famosi quali Conti, Revil o LockBit. Ad esempio, in questo attacco ai danni della SIAE i dati non sono stati criptati e resi inutilizzabili, ma sono stati solo esfiltrati, rubati.
È quindi arrivata la richiesta di riscatto per un importo pari a 3 milioni di dollari.
SIAE si è prontamente e pubblicamente rifiutata di pagare. Gaetano Blandini, Direttore Generale di SIAE, ha dichiarato: “Per fortuna non sembrerebbero esserci dati economici relativi ad Iban bancari, ma solo dati anagrafici, come carte d’identità, codici fiscali e dati di molti nostri dipendenti”.
Premesso che questa dichiarazione è parzialmente sbagliata perché sono trapelati anche gli IBAN degli associati, quello che colpisce è come ancora oggi, a 5 anni dall’entrata in vigore dal GDPR, vi sia incomprensione del danno economico generato da un evento di questo tipo.
I dati anagrafici sono una miniera per i cybercriminali e andrebbero conservati come fossero oro prezioso. Infatti Everest, sul suo sito, (https://ransomocmou6mnbquqz44ewosbkjk3o5qjsl3orawojexfook2j7esad.onion.ws/siae/} ha messo in vendita pubblicamente i dati a 500 mila dollari. E nelle ore successive all’attacco sono arrivati anche i primi messaggi di ricatto ai singoli artisti a cui sono stati sottratti i dati, con richieste da 10.000 euro in bitcoin.
In questo caso purtroppo bisogna organizzarsi per cambiare numero di telefono ed e-mail, sostituirli anche nei vari siti web in cui li si utilizza come forma di autenticazione a uno o più fattori.
È consigliato anche rivolgersi alle autorità di polizia per cambiare carta d’identità, patente e codice fiscale dichiarando quelli precedenti persi o rubati.
Gli attacchi di questo tipo sono sempre più diffusi anche verso le piccole e media imprese, con conseguenti danni economici e d’immagine a volte irreparabili.
Per questo è importante difendersi, prevenire e assicurarsi contro i criminali informatici.